Violenza

La violenza è un’azione volontaria esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo contro la sua volontà.

Quando parliamo di violenza contro le donne è necessario fare riferimento ad una “lettura sociale” del problema della violenza. Basilare riconoscersi in principi comuni intesi come fondamenti del patrimonio culturale non necessariamente collegati a patologie individuali di chi maltratta o della vittima, ma frutto della disparità di potere tra uomini e donne. Con l’espressione“violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani una forma di discriminazione contro le donne. Comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni e/o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica, economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, sia nella vita privata”.(Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Istanbul 11/05/2011).

Come affrontiamo la violenza?

Accogliamo la richiesta di aiuto della donna vittima di violenza attraverso la telefonata all’Associazione che la donna fa spontaneamente e cerchiamo di instaurare con lei una relazione basata sull’ascolto, sulla sospensione del giudizio, sulla credibilità di quanto ci viene raccontato. La relazione che si instaura tra la donna che ascolta e la donna che racconta è il perno su cui poggia la possibilità di quest’ultima di avviare un cambiamento, di accedere alla conoscenza di sé e alla consapevolezza delle proprie capacità. Avviene il tutto per il tramite di un rispecchiamento reciproco, la condivisione di spezzoni di vita che ci vedono direttamente coinvolte superando approcci tecnici standardizzati e teorici a favore di una cura della relazione che consente il rafforzamento (empowerment) dell’identità della donna stessa e della costruzione della relazione tra donne.

Cosa occorre per uscire dalla violenza?

L’Associazione ReteDonna vuole essere un luogo riconoscibile fatto di positiva normalità della vita quotidiana, dove è tangibile la possibilità di costruire una realtà lontana dal disagio, dalla sopraffazione e dal dolore. L’Associazione aiuta la donna a ritrovare il coraggio e la forza per costruirsi un progetto di vita futura concreto al sicuro per sé e per i propri figli/e. Insieme occorre partire da un’analisi della propria storia personale, affrontare i propri sensi di colpa, superare il vissuto di violenza per riacquistare un livello di autostima e assertività tali che le permettano di gestire e superare le difficoltà.Questa la stradadi accesso allapropria  autodeterminazionelontana dalla violenza di genere.

Quanti tipi di violenza esistono?

La violenza simbolica comprende una relazione sociale in cui  chi domina esercita su chi domina attraverso forme di violenza “dolce, insensibile, invisibile per le stesse vittime” attuata attraverso canali simbolici della conoscenza e della comunicazione. La violenza simbolica comprende ad esempio una lingua, uno stile di vita, un modo di pensare e di agire attribuendo a scelte culturali una valenza naturale laddove la forza dell’ordine maschile si misura dal fatto che non deve giustificarsi: “ la visione androcentrica si impone in quanto neutra” e non ha bisogno di essere legittimata.

La violenza fisica

Comprende ogni aggressione diretta al proprio corpo e agli oggetti di personale proprietà. Pizzicotti, spintoni, morsi, pugni, calci, schiaffi, privazioni di cure mediche, distruzione di mobili e/o suppellettili di casa propria, distruzione di fotografie familiari, distruzione di abiti, documenti personali….sono atti di violenza fisica.

La violenza psicologica

Ogni abuso e/o mancanza di rispetto che lede la dignità della persona. Consiste in critiche costanti rivolte alla vittima, umiliazioni, ridicolizzazioni anche in presenza di altri. Comprende gli insulti, gli inseguimenti, il controllo dei propri spostamenti, il divieto di vedere i propri familiari, di frequentare gli amici, le minacce dirette e quelle rivolte ai figli/e e alla propria famiglia, il divieto di coltivare interessi propri, le minacce di suicidarsi e/o di farsi del male.

La violenza economica

Comprende ogni forma di controllo sulla propria autonomia economica, come sabotare i tentativi di lavorare e/o trovare un lavoro, impedire di possedere un conto corrente, di partecipare alla gestione del patrimonio familiare, appropriarsi dei beni della donna.

La violenza sessuale

Comprende ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali senza il consenso personale, anche all’interno del matrimonio. Comprende la costrizione a rapporti sessuali con più persone, con animali, all’uso di materiale pornografico, alla presenza di spettatori costretti ad assistere.

La violenza ostetrica

Consiste in un insieme di comportamenti tra cui l’eccesso di interventi medici, le cure senza consenso, la mancanza di rispetto, e tutto ciò che ha a che fare con la salute riproduttiva e sessuale delle donne. E’ la forma più invisibile e naturalizzata della violenza della violenza contro le donne all’interno dei sistemi sanitari. Nel 2014 l’OMS ha divulgato un documento che ha per titolo: “ La prevenzione ed eliminazione dell’abuso e della mancanza di rispetto durante l’assistenza al parto presso le strutture ospedaliere” per far in modo che cessino trattamenti irrispettosi e abusanti nei confronti delle donne. La violenza ostetrica non è praticata dalle ostetriche, ma agli abusi che fanno riferimento a situazioni in cui gli operatori sanitari agiscono in situazioni di normalità e non emergenziali. Ha a che fare con  l’imposizione spesso standardizzata di cure e/o di pratiche alle donne senza il loro consenso, senza fornire le adeguate informazioni e talvolta contro la volontà della stessa donna.

La violenza assistita

Con questo termine si intende il fare esperienza, da parte dei bambini e delle bambine, di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori.Si tratta, quindi dell’esperienza di assistere alla violenza agita da un membro della famiglia nei confronti della madre, di solito, o del padre , dei fratelli e/o delle sorelle. I bambini/e possono essere colpiti accidentalmente da oggetti o subire l’aggressione nel tentativo di sedare la lite, di difendere la madre o i fratelli e le sorelle.