Recensione a cura di Antonella Parma

TITOLO:

” LA DONNA FERITA”  ”modelli e archetipi nel rapporto padre/figlia”

AUTRICE:

Linda Schierse Leonard

CASA EDITRICE:

Astrolabio — agosto 1985

BIOGRAFIA AUTRICE:

Linda Schierse Leonard ha insegnato filosofia negli Stati Uniti, universita’ di Denver e San Diego, attualmente svolge la professione privata a S.Francisco, membro fondatrice della Inter-Regional Society for Jungian analysts.

TRAMA:

Il libro approfondisce con cura i conflitti psicologici e spirituali di tutte quelle donne il cui padre personale e culturale e’ stato in qualche modo ferito a sua volta. Un padre ferito non e’ capace di dare alla figlia quella guida di cui la stessa figlia ha bisogno per crescere e muoversi nel mondo in modo libero, sicuro, attivo. Ogni situazione, ogni relazione  e’ a rischio nella vita di questa figlia che passivamente subisce rimanendo cosi (l’eterna fanciulla) oppure avanza assumendo un atteggiamento difensivo, imitando il modello maschile nella ricerca della realizzazione e del successo (l’amazzone corazzata).

ANALISI DELL’AUTRICE:

Con un lessico raffinato e profondo ed un genere descrittivo ricco di sogni, immaginazione e concetti che li definiscono, l’autrice offre diverse aperture su quel mondo nostro, quel mondo di donne cosi’ variegato e diverso per ognuna di noi che attraverso il rapporto con nostro padre viviamo a volte per sempre con le seguenti modalita’ come lei ci spiega: (la puella….eterna fanciulla) (l’amazzone corazzata….la donna sempre e solo forte, la donna che si muove e agisce attraverso il modello maschile) e ancora….(la ragazza di vetro….troppo fragile da non riuscire ad affrontare quasi nulla nella vita senza infrangersi) (la regina guerriera…intraprende solo guerre nelle sue relazioni perche’ crede sia l’unico modo di vivere per non essere sopraffatta) (l’emarginata….la bambola….l’avventuriera….)

CHE COSA MI HA COLPITA?

quello che mi ha colpita particolarmente di questo libro e’ la forza che l’autrice dona alle lettrici comparando il modello di (puella- eterna fanciulla) e (amazzone corazzata) quasi a livello terapeutico sottolinea il valore di ciascuna e quello che una puo’ imparare dall’altra integrandosi, costituendo cosi’ il fondamento della  donna che ne emerge.

”la donna ferita” e’ una donna che porta in se’ una profonda ferita del rapporto con il padre, una ferita che la annienta , la fa sentire inadeguata, dentro ad un tunnel dove pur avanzando non vede mai la luce, sotto a tutto questo c’e’ la rabbia, una rabbia inespressa  piena di dolore, a volte invece cosi’ esplosiva da caricare aggressivamente chiunque si trovi sulla sua strada.

tutto questo ha radici nei sentimenti di abbandono e rifiuto, possono ripetersi nelle relazioni che si vivono ed essere confusi con sentimenti di gelosia e rivendicazione mettendo in crisi la capacita’ della donna di amare se stessa, da qui anche il rischio di ”antagonismo tra donne”.

Al contrario, continuando nella lettura, scopriamo che quando manca l’esperienza concreta e positiva con il padre, sembra che un ponte offerto dalla saggezza delle donne, dal rispecchiamento tra loro, sia la via piu’ accessibile e vitale,  cosi’ la trasformazione dell’ira o la rinascita dalla passivita’ e sottomissione possono liberare e mettere in luce: forza, differenza e spiritualita’ femminili indirizzandoci verso qualsiasi interesse culturale, relazionale, professionale che ci appaghi e sottolinei quell’ ”essere veramente nella qualita’ della propria vita”.

DAL CAPITOLO  10

”TROVARE LO SPIRITO FEMMINILE”

”Riscattare il padre non era il mio ultimo passo nel mio processo di cercare di guarire la ferita.

I miei sogni mi dicevano che il segreto finale non stava nel maschile ma nel femminile.

Il paradosso del riscattare il padre era che alla fine dovevo smettere di proiettare lo spirito sul padre e trovarlo nel femminile. Riscattare il padre significava trovare lo spirito femminile in me stessa”.